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venerdì 24 luglio 2015

Out of Control: Le esclusive a tempo servono davvero? L'annosa questione di Rise of the Tomb Raider


Dopo un ottimo E3 2015 e la pianificazione per l'imminente Gamescom 2015, un incetta di nomination e premi per la super line-up di quest'anno di Xbox One, ecco arrivare puntuale il fulmine a ciel sereno: nella serata di ieri, quando nessuno se lo aspettava, arriva il comunicato ufficiale di Square Enix che fa chiarezza una volta per tutte circa l'esclusiva Rise of the Tomb Raider.

In poche battute il colosso nipponico rivela le finestre di lancio del gioco, che vedrà la luce prima su Xbox One quest'autunno salvo poi arrivare nei primi mesi su PC e Xbox 360 e, cosa inaspettata, anche su PS4 a Natale del 2016.

Xbox One ha un vantaggio di 12 mesi sull'esclusiva temporanea dell'attesissimo Rise of the Tomb Raider, notizia che messa così, fa storcere il naso ai più, soprattutto per come è stata gestita l'intera vicenda e per gli sforzi profusi di Microsoft nel supportare comunque, anche finanziariamente un progetto multiformato.

Un accordo che, se prima poteva apparire valido, adesso va visto con un'ottica completamente diversa. Rise of the Tomb Raider venne annunciato per la prima volta alla Gamescom 2014, durante lo show di Microsoft che baldazzosamente ne annunciava l'esclusiva su Xbox. Dopo pochi giorni e un marasma mediatico allucinante, Microsoft è costretta a fare già un passo indietro indicando come Rise of the Tomb Raider era sì una esclusiva, ma di non meglio definita identità; ricorderete le parole di Phil Harrison a riguardo.

Tutti a porsi domande, tutti a chiedersi come avesse Microsoft ad aggiudicarsi una IP così importante, vista dal team Xbox come l'antagonista perfetta di Uncharted di Sony, la bella Lara che salterà e scorazzerà unicamente su Xbox. Fu un annuncio ad effetto, che sorprese i più. Ma più passavano i giorni da quel fatidico annuncio e più una coltre di nebbia sembrava affiorire in quel di Microsoft, con annunci e messaggi piuttosto contraddittori.


Devo ammettere che anche io stesso ho visto Rise of the Tomb Raider come esclusiva Microsoft, possibile in arrivo anche su PC ma mai e poi mai avrei pensato all'arrivo del gioco sulle console di Sony. Il motivo? Ne ho due, validi, ma evidentemente sono stati infondati: il primo è quello più diretto, ossia come Microsoft ha supportato dall'inizio il gioco, facendo capire che senza il loro intervento difficilmente Square Enix avrebbe gettat le basi per un nuovo Tomb Raider, in secundis alcuni contatti presso un'azienda esterna che si occupa del doppiaggio e della traduzione di Rise of the Tomb Raider mi avevano assicurato che ogni cosa, ogni intervento, ogni singola richiesta passava direttamente per i Microsoft Studios e non per Square Enix, tantomeno per Crystal Dynamics. 

Tutto ciò venne confermato anche da alcuni documenti che mi furono inviati e che testimoniavano come fosse del tutto assente un riferimento a PlayStation o Sony. Insomma, la cosa è stata gestita molto bene da Microsoft che ha voluto evitare fino al giorno dell'annuncio ufficiale leak e rumor. Da qui la mia convinzione che Rise of the Tomb Raider fosse esclusiva Microsoft.

A questo, come detto poc'anzi, tutta una serie di "movimenti" di Microsoft trra interviste e proclami. Aaron Greenberg ad esempio, via Twitter, confermò ai fan che effettivamente Rise of the Tomb Raider era un progetto finanziato da Microsoft, tanto che il gioco sarebbe stato pubblicato da Microsoft stessa e non da Square Enix, detentrice comunque dell'intera IP:


Insomma, con questo messaggio ci si aspettava quindi un trattamento del gioco al pari di quelli avuti con Dead Rising 3, Ryse: Son of Rome, Sunset Overdrive e, in parte, Titanfall, con i primi tre titoli pubblicati proprio con l'etichetta Microsoft Studios, ossia la certezza di vederli come esclusive Xbox e, al massimo, PC come poi effettivamente fu. Infatti sia Dead Rising 3 che Ryse: Son of Rome sono sbarcati dopo più di un anno anche sui PC Windows ma mai sulle console PlayStation 3 e 4. Si parla ultimamente anche di Sunset Overdrive, dato che l'IP la detiene proprio Insomniac Games che, di comune accordo con il colosso di Redmond, potrebbe far arrivare il gioco anche su PC, con l'annuncio ufficiale durante la Gamescom 2015 di Colonia; ma per questo staremo a vedere anche se sono alte le possibilità che il rumor possa concretizzarsi (e di conseguenza l'ennesima IP esclusiva persa su Xbox One) e anche di Halo: Master Chief Collection, avvistata sempre per PC.

Phil Spencer intervenne più volte sulla vicenda Tomb Raider, tranquillizzando i fan con messaggi chiari ma al tempo stesso troppo generali: 

"Sì, abbiamo un accordo con Square Enix, abbiamo parlato delle'sclusività su Xbox One del gioco, ma questo avrà una durata". Spencer poi prosegue: "Difficilmente potrei investire in titoli che possano arrivare sulla concorrenza, e l'accordo che abbiamo siglato non è diverso da quello che siglammo con Capcom per Dead Rising 3 o con Crytek per Ryse: Son of Rome". "Abbiamo investito tempo e risorse su Rise of the Tomb Raider". "Tuttavia io non posseggo nè l'IP nè lo studio, è un accordo tra le parti, come quelli che abbiamo avuto con Capcom e Crytek":


Dopo l'intervista a Eurogamer il buon Phil Spencer rilasciò altre dichiarazioni a Kotaku, facendo pensare che l'esclusiva di Rise of the Tomb Raider fosse sì temporale, quindi in arrivo anche su PC, ma anche finanziata e supportata da Microsoft stessa:


Leggendo quindi i tweet di Greenberg e le interviste di Phil Spencer appariva chiara una cosa: questo capitolo di Tomb Raider, finanziato e prodotto da Microsoft, arriverà su Xbox, forse su PC, un po' come accaduto con altri importanti brand non posseduti però da MIcrosoft Studios.

Fino a ieri evidentemente con tutto uno stravolgimento in termini e dettagli. Quello che subito balza in mente è perché Microsoft abbia investito tante risorse e soldi (qualche milionata?) per un titolo che verrà goduto appieno anche su altri lidi più avanti, e perchè questo gioco, nonostante le dichiarazioni, non abbia avuto un "deal" come i pluricitati Ryse e Dead Rising. Un passo indietro per Microsoft, un passo falso verso i fan, con ancora una vittoria, sotto coperta, di Sony, che può vantarsi invece di avere una "vera" esclusiva di terze parti: Street Fighter 5.

Ancora una volta, per l'ennesima volta, abbiamo assistito da parte del team Xbox a tanti bei proclami, tante buone speranze e una pugnalata al cuore. Con l'esclusiva a tempo di Rise of the Tomb Raider, Microsoft rientrerà dell'investimento fatto? Può un titolo di questo genere spostare i fan su Xbox One e farli desistere nel prendere una PS4, e mi rivolgo ancora ai tanti indecisi?

Non si poteva strutturare diversamente la cosa e aspettare a comunicare l'arrivo di Tomb Raider anche su altri formati dopo l'avvenuto lancio del gioco su Xbox? Così è darsi una zappa sui piedi, distruggere tutto quello che di buono si stava facendo in questi mesi e, se da uan parte assistiamo ad una emorragia di esclusive Xbox in arrivo anche su PC, basti vedere Killer Instinct, D4, Sea of Thieves e Gears of War: Ultimate Edition negli casi più recenti, ma con la promessa del cross-play, cross-buy e tante buone cose sulla convergenza di formati "marchiati" Windows 10, è alquanto vero che in comunicazione la casa di Redmond lascia alquanto a desiderare, dicendo una cosa e facendo poi l'esatto contrario. 


Perchè i fan si sentono presi in giro, si sentono umiliati con questo modo di trattare un brand forte ma martoriato come Xbox, manca la chiarezza, mancano i piani per il futuro, le persone che hanno acquistato One hanno tutto il sacrosanto diritto di sapere dove sta andando la loro console: basta mettere nero su bianco, dire le cose come stanno, senza giri di parole.

Xbox One e Windows 10 integrati? Annullamento di esclusive che però potremo giocare nell'intero ambiente Windows 10? Xbox One che si trasforma in un PC da salotto? Una sorta di Steam Machine economica che potrà contare però anche sulle esclusive PC? Il messaggio dell'arrivo di mouse e tastiera per One sono da intendere in questo modo? Perchè non ci si esprime con chiarezza ed obiettività? Perchè nascondere le cose sino all'ultimo ed essere smentiti con regolare cadenza?

La memoria non inganna Internet e ci ricordiamo ancora dei proclami fatti su Kinect, l'assenza della periferica in un possibile bundle più economico perché "Kinect va visto come esperienza nativa di Xbox One e mai verrà venduto separatemente", salvo poi annunciarlo una manciata di mesi dopo, quando nessuno se lo aspettava, con Xbox One venduta a prezzo ridotto e infischiandosene di chi invece credeva e ha creduto nel connubio One più Kinect e sborsando ben 100 euro in più.

Non un risarcimento, non un "premio" per gli early adopters, un po'  come le dichiarazioni dello "stratega" Mattrick che, a chi chiedeva a chi volesse acquistare One ma non disponesse di una connessione a Internet, rispose "per quelli ci sta Xbox 360".


E' questo il modo di trattare milioni di fan? E' questo il modo di trattare milioni di videogiocatori? Come convivere con il fatto che, rumor alla mano, altri giochi saranno "snaturati" su Xbox per farli approdare su PC? Perchè non annunciarlo sin da subito cercando di mantenere il segreto di Pulcinella? E mi riferisco anche all'etichetta "Xbox One exclusive" che tanto veniva spacciata in bella mostra durante gli annunci all'E3 2015 di Sea of Thieves e Gears of War: Ultimate Edition, salvo poi, il giorno dopo, vederli anche con il logo "Windows 10".

Perchè far finta di nulla e ipnotizzare i fan illusi di poter giocare solo sulla loro console a titoli importanti? Per poi fargli crollare il mondo addosso vedendo le amate IP in arrivo anche su PC, con i PC-gamers che fanno festa "perché voi pagate anche il servizio Live invece noi giochiamo online gratis e abbiamo anche i giochi più belli tecnicamente parlando mentre voi avete i giochi a 900p pappapero".

Cara Microsoft, caro Xbox Team, cari Phil Spencer, Major Nelson, Aaron Greenberg e Mike Ybarra, i fan sono stanchi, i fan si stanno disinnamorando di Xbox, passano alla concorrenza, non hanno più fiducia in voi, non hanno più fiducia in Xbox, ma non per l'ecosistema Windows 10 con "tutto è collegato e tutti sono collegati, tutti possono giocare ovunque e tutti possono giocare a questi titoli" ma proprio per la mancanza di coerenza, lucidità, chiarezza.

Detto in altri termini, i fan si sentono umiliati e presi in giro prima che da Sony e dai PC-gamers proprio da Microsoft, che sembra trattare gli Xbox-users come una categoria di videogiocatori di serie B, e poco importa sulla parity-clause di qualche inutile indie "perchè noi vogliamo garantire ai nostri fan la stessa qualità e lo stesso trattamento che riceverebbero su altre piattaforme, i nostri utenti devono sentirsi come in prima classe".

E no, quelli che stanno creando differenziazioni siete proprio voi di Microsoft, con buona pace di Sony.

This is for the players? Io non credo....

X-Rays

lunedì 13 luglio 2015

Out of Control: Windows 10 e l'unificazione dei formati, Xbox One tra esclusive perse e guadagnate


Durante l'E3 2015 c'è stato il segnale evidente di come, grazie all'arrivo di Windows 10, ci sarà sempre una maggiore integrazione tra formati "made in Microsoft". Il concetto è molto semplice: rendere disponibili i giochi sullo "stessa piattaforma" (leggi: Windows 10) sia esso un PC, una Xbox o un performante Surface Pro/Lumia. Con gli annunci di Gears of War: Ultimate Edition, Sea of Thieves e Killer Instinct tanto per Xbox One quanto per PC, con gli ultimi due che integreranno anche il cosiddetto "crossplay", sarà possibile sfidare e cooperare con gli utenti di opposti formati, ma uniti in un unico "network" (leggi: Xbox Live).

Possiamo dire addio quindi alla vecchia concezione di videogioco "statico", disponibile unicamente su una sola piattaforma? E' ancora presto per dirlo ma Microsoft, intuile negarlo, sta spingendo in questo senso poichè, proprio con Windows 10 che unificherà sia lo sviluppo che le piattaforme, la casa di Redmond vuole unificare i suoi hardware. Non dimentichiamoci infatti che sia Xbox che i PC Windows sono sotto la stessa "bandiera", ergo vanno intesi come stesso strumento di videogioco. 

Non una novità in questo campo, con Sony che attraverso il servizio streaming PlayStation Now permette già ai possessori di Smart TV Samsung (almeno in Nord America) di accedere al catalogo di PlayStation 3 senza possedere la console. Anche in questo caso si cerca di offrire l'esperienza PlayStation anche a chi non ha o non vuole un oggetto come una console in casa. 

 
Lo stesso sta facendo Nintendo che porterà sul mercato mobile alcune delle sue storiche icone (Mario, Donkey Kong ecc.), grazie all'accordo con DeNa West. 

Xbox, Nintendo e PlayStation vanno visti sempre più "servizi", brand che possono arrivare anche al di fuori del mercato console come oggi lo conosciamo, e questo non va visto necessariamente come un male. Mi direte che una piattaforma senza esclusive non ha motivo di esistere, ma anche una piattaforma senza una importante base installata non ha motivo di esistere (vedere i casi Dreamcast o, più recentemente, Wii U praticamente dimenticato dalle terze parti).

Il mercato detta le regole, su questo c'è poco da fare, e i videogiochi sono merce di scambio: se un prodotto non vende si cerca di portarlo su più dispositivi, magari per cercare di ripagarsi delle spese sostenute. Quanti marchi sono morti perchè non hanno centrato il loro obiettivo? Quante produzioni, anche costose, non hanno fatto breccia tra i giocatori? Ormai produrre un videogioco di un certo livello comporta rischi enormi, soprattutto se facciamo riferimento a nuove IP: potrebbero essere il "craque del mercato" come potrebbero essere colossali flop: prendiamo ad esempio The Order: 1886, l'esclusiva per PS4 che non ha raggiunto il target di vendite e costretto i Ready at Dawn a cambiare le prospettive per il futuro, annunciando un reasset societeario che porterà la software house a produrre i futuri giochi anche su altri formati (leggi: Xbox e PC) o la stessa SoE (Sony Online Entertainment) che solo con PC e PlayStation non riusceva a tenersi a galla vendendo il tutto a Columbus Nova che ha deciso di portare tutte le sue IP anche su Xbox. Espansione del mercato, un prodotto che diventa accessibile a tutti.


Anche su Xbox abbiamo molti esempi da fare, come Killer Instinct che, sebbene free to play, non ha sfondato per numeri, o Ryse: Son of Rome arrivato anche su PC (su One è stato un flop commerciale, inutile negarlo, e i costi sono stati elevatissimi tanto da mettere in ginocchio Cryek, sviluppatore del gioco). Ma anche titoli come D4 o l'ottimo Sunset Overdrive, sebbene acclamati dalla critica, non sono riusciti ad imporsi nelle vendite: cosa fare quindi? Semplice, portare i giochi che hanno fallito su un formato su di un'altra piattaforma, aumentando il bacino d'utenza e sperando di piazzare qualche copia extra.

D4 è infatti stato portato anche su PC, ma cosa sarà di Sunset Overdrive? Potrebbe toccargli la stessa sorte, perchè un gioco che non vende non ha motivo di esistere, ma se è possibile salvarne il brand, perchè non tentare? Torniamo al discorso di cui sopra: le esclusive trainano le vendite di una console. Discorso assolutamente vero, basti pensare alla serie Forza e Halo su Xbox, che da soli valgono l'acquisto di una One. Ma facciamo anche il ragionamento inverso: cosa accade quando un titolo che dovrebbe rappresentare una "killer application" si rivela un flop? Ci si rimettono soldi, tantissimi soldi e non si fa di certo una bella figura, anche se ci ritroviamo davanti ad un capolavoro assoluto (e tenete a mente che anche con Alan Wake non siamo andati lontani dal fallimento commerciale...).

Quindi, in poche parole, una esclusiva rimane tale quando vende, quando si impone, quando macina milioni di copie su di un singolo formato. Di converso, se analizziamo il settore PC, i grandi franchise Xbox hanno fallito, come i primi due Halo e il primo Gears of War che, nonostante i contenuti aggiuntivi extra, non ha lasciato il segno nelle vendite. Ecco perchè titolo come Halo 5: Guardians e Gears 4 non vedranno mai la luce su PC, ed ecco perchè Xbox One godrà comunque di tutta una serie di esclusive che mai verranno portate sul "fratello maggiore".

Ma se il rischio per Sony e Nintendo è maggiore, quando parliamo di AAA games esclusivi, per Microsoft il discorso è leggermente diverso: investire risorse in nuovi progetti abbracciando il bacino di clienti più vasto (PC più Xbox) per monetizzare al massimo: ed ecco quindi che Sea of Thieves ha il doppio formato e, trattandosi di un open world online, senza i giocatori sarebbe un mondo morto. Un nuovo progetto, ambizioso, che vuole portare tutte le sue novità su vasta scala, rischiando il minimo e consentendo allo stesso tempo la sua vitalità: più giocatori, interconnessi con loro, più possibilità che il progetto possa essere portato avanti, con supporto verso la community, con il supporto di nuovi contenuti. Stesso discorso Fable Legends, anch'esso nel doppio formato Xbox One più PC.


Xbox One perde dunque le esclusive? In un certo senso sì, ma le perderebbe a prescindere, basti pensare a Ryse: Son of Rome con il secondo capitolo cancellato "perché ha venduto effettivamente poco", o i nuovi capitoli di Dark Dreams Don't Die (D4), che se mai ci saranno, arriveranno grazie al recente porting su PC che sta riscontrando i favori del pubblico più che su One in precedenza. Questa cosa va letta quindi in modo diverso, ossia è una possibilità in più di vedere i tanto amati videogiochi "anche" sul proprio sistema e non più "soltanto" su uno solo. Gli esempi di cui sopra sono più che esaustivi e Ryse 2 non lo si vedrà mai nè su One nè su PC. Più che l'esclusiva del primo capitolo si è persa l'esclusiva "in toto", di possibili sequel perché un conto è uscire allo stesso tempo su più formati, un conto è uscirne a distanza di mesi o anni. L'ago della bilancia si sposta facilmente.

Perchè dunque pregiudicarsi il contunuum di una IP rendendola "unica per quel determinato sistema" quando si hanno più speranze di successo portandola su più sistemi (ma sempre sotto la stessa bandiera, sia ben chiaro!) e quindi di vederne nuove interazioni?

Questo va visto come un male? Assolutamente no e come ogni cosa che si rispetti ha i suoi pro e i suoi contro. 

C'è poco da discutere su questo punto: quando una IP vecchia o nuova che sia non vende viene lasciata nel dimenticatoio (prendete anche Shenmue 3, mai concretizzato prima di oggi perchè il secondo fu un colossale craque in negativo, e il terzo è visto ancora come un potenziale rischio tanto che il progetto non è finanziato direttamente da nessuno, in primis Sony che tanto lo reclama, ma solo dai fan nostalgici attraverso Kickstarter....). Il vil denaro, duole dirlo, vince sempre su tutto e, mai come adesso, un fallimento anche di un solo brand potrebbe portare al collasso una software intera o subire parecchi tagli per la sussistenza (vedere anche Evolution Studios con Driveclub).


Microsoft con l'avvento di Windows 10 e delle DirectX 12 ridurrà sensibilmente costi e rischi d'esposizione. In che modo? Innanzitutto con le DX12 che saranno "universali" e "scalabili" non ci sarà più bisogno da parte delle software house, soprattutto esterne, di scervellarsi su più API, inoltre i vari porting sarebbero agevolati dallo stesso codice e, non meno importante, l'integrazione del crossplay senza stravolgimenti del net-code. Questo significa, in soldoni, meno ore di lavoro e abbattimento dei costi: un codice unico in grado di girare autonomamente su più dispositivi, con poche modifiche al sorgente. Inutile sottolineare il fatto che il più grande beneficiario di questo ecosistema unificato sia proprio Microsoft, con Xbox e PC, e chi intenderà sviluppare per questi formati: meno investimenti, meno risorse, più velocità nello sviluppo e raggiungimento di un bacino enorme di utenti.

Anche lo store sarà unificato, così da avere sotto controllo tutti i vari giochi compatibili con i dispositivi certificati Windows 10. Un aspetto importante per le stesse software house che non dovranno più richiedere verifiche a Microsoft e le fasi di certificazione saranno più snelle e celeri: un conto è chiedere tre accettazioni dello stesso gioco ma per tre formati diversi, supponiamo, un conto è chiederne soltanto una sempre per i tre formarti diversi. In questo ruolo "peserà" positivamente sia Xbox Live che il programma ID@XBOX, inserito anche nelle fila PC e che supporterà lo sviluppo degli indie proprio come oggi avviene su Xbox One. In altre parole giochi che arriveranno prima sullo store, patch pressochè istantanee e zero costi per lo sviluppatore.

Ma torniamo un attimo al discorso delle esclusive: Microsoft è ben conscia del fatto che portare un Forza Motorsport 6 o un Halo 5: Guardians su PC rischierebbe di annullare la fiducia dei fan Xbox, con il classico pensiero "che senso ha possedere One se Halo 5 lo posso giocare anche su PC?".


Un messaggio chiaro, che alla divisione Xbox conoscono bene, soprattutto Phil Spencer, ed è per questo motivo che "l'animo di Xbox" verrà lasciato intatto con determinate esclusive che non si affacceranno mai su PC, giusto per tenere una certa distinzione tra i due mondi PC e console, così vicini ma così diversi.

Il porting di IP "prima esclusive Xbox" su PC sarà effettuato unicamente nel caso in cui non si raggiunga il traguardo di vendite (e sappaimo tutti che tanto la serie Forza quanto Gears e Halo difficilmente steccheranno su One, lo dicono i dati di vendita di tutti i precedenti episodi), proprio come sta avvenendo già adesso e per le nuove produzioni che portano nuovi nomi, vedi appunto Sea of Thieves, Gigantic, Fable Legends e compagnnia bella. 

Si tratta per lo più, come ho già scritto in vecchi articoli, di progetti inediti, free to play di belle speranze che possono lasciare un margine di rischio basso, evitando nel caso di flop ripercussioni serie a livello finanziario. Sono tutte creazioni basate sull'online, MMOG e MOBA che necessitano per antonomasia di avere il più alto numero possibile di videogiocatori: questo decreta il successo o la morte di una IP "solo online".


E non è un caso che triple A come il neoannunciato ReCore, Quantum Break, Crackdown, Forza Motorsport 6, Scalebound siano esclsuive uniche per Xbox One. Sono tutte grosse produzioni pensate ad hoc per "differenziare" l'offerta console da quella PC, lasciando quindi un segno distintivo su Xbox One. Perchè comunque questo serve per far vendere la console, anche su questo caso c'è poco da dibattere. Ma, allo stesso tempo, servono produzioni di richiamo, giochi che possano muovere milioni di introite, milioni di pezzi, milioni di console e non progetti multimilionari che arrancano a raggiungere il milione di copie. Microsoft conosce molto bene l'ambiente, state tranquilli, conosce cosa portare su PC (e vice versa) e cosa non portare, cosa rendere crossplay e crossbuy e cosa mantenere invece "esclusivo".

L'elenco dei giochi arrivati o in arrivo su PC da Xbox One riguarda nella maggior parte dei casi proprio giochi "minori" e free to play, contiamoli assieme: Killer Instinct, D4, Fable Legends, Sea of Thieves, Gears of War Ultimate Edition (da ricordare che il primo capitolo arrivò comunque anche su PC), Ori and the Blind Forest, svariati indie e i già citati Ryse: Son of Rome e Dead Rising 3 che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati su One.

Si vocifera ultimamente che alla Gamescom 2015 verranno annunciati altri due porting, ossia la Halo Collection e Sunset Overdrive. Più facile che possa arrivare il secondo che il primo, ma allo stato attuale non ho informazioni per darvi certezze e, a prescindere, non credo che i il rumor sia veritiero, quantomeno per la collection di Halo (sono più propenso a vedere Sunset su PC, per il problema delle scarse vendite su One...).


Come Microsoft dunque, anche la sua utenza deve imparare a vedere e convivere con questa nuova visione dei formati unificati: i PC Windows e Xbox sono comunque prodotti di Microsoft che la stessa azienda deve promuovere, vendere. Devono essere intesi, soprattutto con l'arrivo di Windows 10, come uno stesso formato sebbene differenziato in alcuni aspetti. Uno di questi è il prezzo: Xbox One ad oggi è un hardware competitivo che costa poco per l'acquirente che può godere, per 400 euro, di un sistema dinamico, che unisce multimedialità e servizi, giochi che girano in modo ottimale sulla console che, a parità di prezzo, permette all'utente di godere di un Batman: Arkham Knight o di un The Witcher 3 senza particolari compromessi, giochi che sul versante PC richiedono invece setup molto più costosi di 400 euri per girare "decentemente". Poi la particità di una console rimane unica, ed è per questo motivo che la maggior parte dei giocatori acquista in primis una console piuttosto che un potentissimo PC: costi e praticità.

Cambiano i tempi, cambiano le strade da seguire in un mondo sempre più interconnesso, sempre più digitale, sempre più unificato. Ma alcune cose non cambieranno mai...

Le parole di Phil Spencer non lasciano spazio a dubbi:

"Gli studi che si occupano di giochi in Microsoft sono tra le priorità per il nostro futuro. È stato fantastico avere il plauso del CEO per il nostro lavoro. Ora sentiamo ancora più responsabilità e dedizione al progetto, dobbiamo esserne all'altezza", si legge  nell’ultimissima intervista a Spencer.  

"Ad essere sinceri è una novità. La visione originale di Xbox era di creare una console per giocare che potesse anche trasmettere altre forme d'intrattenimento, come la televisione. Rimangono comunque ottime funzioni multimediali nel prodotto e continueremo a lavorarci".

“Vendiamo più Xbox One di quante 360 abbiamo venduto nel primo anno. Sembra che il segmento di mercato sia attivo, credo che la community di sviluppatori si stia allargando e che in molti vogliano portare i loro giochi sulla nostra piattaforma, perché stai guardando a centinaia di milioni di potenziali clienti, se non addirittura un miliardo di persone che utilizzano il nostro sistema operativo, le Direct X e Xbox Live".


"Stiamo cercando di creare un set di strumenti in comune che gli sviluppatori possano usare per tutti gli schermi. Vediamo ora i benefici su Xbox One: se sviluppi per Windows perché non farlo anche su console? Si tratta quasi solo di attivare un'opzione. Alla fine l'importante è avere ottimi contenuti e ottimi giochi, io la vedo così".

"Penso che l'opportunità di raggiungere i tuoi clienti ovunque siano sia l'essenza dei videogiochi oggi, e sicuramente sia il futuro. Gli sviluppatori sono diventati bravissimi a mantenere alto l'interesse dei giocatori e a monetizzarlo, l'opportunità di mantenere un rapporto attivo indipendentemente dalla piattaforma è importante ma bisogna pensare a cosa funziona su ognuna. L'opportunità è incredibile ma dobbiamo sviluppare giochi adatti allo schermo sul quale andranno a girare".

"Non è qualcosa che stiamo forzando, non diciamo che un gioco debba assolutamente supportare tutte le piattaforme, ma sono gli stessi sviluppatori che vedono l'opportunità quando gliela presentiamo. Perché non dovrebbero volere più giocatori per il loro titolo, da casa, dal lavoro, dal portatile o dal televisore? Voglio che l'esperienza col televisore sia unica e speciale, e puoi averla con Xbox One, ma voglio anche che si possa giocare dovunque".

"Non c'è una grandissima richiesta di giochi come Forza su PC. Abbiamo dimostrato che con lo streaming puoi giocare su ogni computer tu abbia a casa. Non voglio costruire cose solo per il gusto di farlo, dobbiamo lavorare nella direzione che gli utenti ci indicano".


"Abbiamo già portato Halo su PC in passato ma il segmento degli sparatutto è leggermente diverso tra PC e console se guardiamo per esempio ai modelli di business, e allora vogliamo creare l'esperienza giusta. Se riuscissimo a farlo (e non sto parlando dei prossimi sei mesi ma dei prossimi tre o quattro anni) allora vedremo sempre più sviluppatori al lavoro su titoli capaci di declinarsi su ogni tipo di piattaforma. Sarebbero solo opportunità in più per giocatori e sviluppatori".

“Penso che grazie allo streaming, molti giocatori potranno vedere Master Chief sul proprio PC, cercando appunto di giocare a quanti più generi e giochi possibili. Per quanto riguarda un porting, credo sia un sacrilegio non pensare che Microsoft debba lavorare attivamente per dare l’esperienza migliore di Halo su Xbox One”.

Un pensiero che condivido appieno e che traccia le linee guida del futuro di Xbox, a mio avviso ancor più lucente e radioso che mai. Tranquilli quindi, le forti esclusive di One rimaranno tali, il brand non verrà spolpato e distrutto, se fosse stata questa la volontà di Microsoft non ci sarebbero stati importanti investimenti, anche ingenti, sulle nuove IP esclusive e la totale riorganizzazione della divisione Xbox, l'introduzione della retrocompatibilità verso Xbox 360 (e non crediate che sia uscita fuori gratis la cosa...). Si perderà qualcosina, titoli che non si sono affermati, ma tutto a vantaggio proprio di quelle IP acclamate ma non supportate dai giocatori, e con l'arrivo di alcune di esse su PC (ma vale anche il discorso opposto, attenzione) potremo un giorno godere proprio di quel Ryse 2 o dei nuovi capitoli di D4 che al momento rimangono solo un sogno poco concreto dei videogamers Xbox....

Ora, alla luce di questi fatti, vi riespongo la domanda: "è davvero un male tutto ciò?"

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